Se vuoi imparare il giapponese, il primo passo è sempre lo stesso: devi costruire il tuo vocabolario di base. Iniziare imparando a dire ciao in giapponese e le altre frasi per salutare è strategico per una cultura in cui la cortesia è molto importante, come è quella del Giappone. Nel nostro articolo vedremo quali sono i modi di salutare in giapponese, così potrai iniziare velocemente a parlare la lingua. E ti ricordo che stiamo lavorando all’app MosaLingua Giapponese per il prossimo settembre!

ciao in giapponese

Cosa troverai in questo articolo?

Come si saluta in giapponese?

I saluti sono un momento fondamentale della comunicazione in ogni cultura perché rappresentano il modo con cui avvii il contatto con il tuo interlocutore. I saluti sono anche strettamente legati alla cultura di riferimento e al suo grado di formalità o informalità. Il Giappone è un paese in cui l’educazione e il rispetto sono centrali e questo si riflette anche nella lingua e nei saluti.

La parola giapponese per “saluto” è aisatsu (挨拶): nella cultura nipponica il saluto non è solo un gesto educato verso l’altra persona ma anche un modo di “riconoscerla” con rispetto e darle la nostra attenzione. Infatti il rito dell’aisatsu ha vari passaggi come l’inchino o ojigi (おじぎ) ma anche la voce, che deve essere energica.

Ovviamente il linguaggio ha un ruolo fondamentale nell’aisatsu. Come in tante altre lingue, anche in giapponese ci sono vari modi di salutarsi, a seconda del momento del giorno ad esempio, se si arriva o si va via da un posto, se si è tra amici o tra colleghi… Non temere però, con la pratica non sarà difficile capire come usare i vari modi di dire ciao in giapponese e in generale di salutarsi, vedrai!

 

Come si dice ciao in giapponese

Iniziamo da una curiosità: nella lingua giapponese esiste anche chao (チャオ) perché il saluto italiano si è fatto strada in tutto il mondo ma in Giappone è molto legato allo stereotipo dell’italiano macho e quindi si usa per lo più in modo scherzoso.

Invece, non esiste una traduzione letterale di ciao in giapponese; ci sono i vari saluti propri della lingua da memorizzare. Tendenzialmente sono più cortesi rispetti al nostro ciao. Come dicevamo prima, variano in base alla formalità dell’incontro o alla sua ora – come accade anche in italiano, se ci pensi.

Ja ne (じゃね) / Mata ne (またね)

L’espressione più usata tra amici è ja ne (じゃね) / jaa ne (じゃあね) che diventa na tra ragazzi. Oppure mata ne (またね). È anche possibile unirle come in Ja, mata ne.

Sorejaa (それじゃあ)

Più educato e usato tra persone più grandi è sorejaa (それじゃあ) spesso usato nella versione non contratta soredewa.

Yaho ヤッホー

È il modo di dire ciao in giapponese usato dalle ragazze. Si scrive in katakana perché non è una parola vera e propria, ma quasi un’onomatopea.

Ossu おっす

Ossu invece è il saluto usato soprattutto dai maschi, ed è la forma contratta di ohayou gozaimasu (la trovi tra poco). Si usa in contesti informali, tra amici o parenti stretti.

buongiorno in giapponese

Come dire buongiorno in giapponese

Come dicevamo prima, i saluti in giapponese sono legati al momento della giornata, vediamo come:

Ohayou gozaimasu (おはようございます) 

Ohayou è l’equivalente di buongiorno in giapponese, con la differenza però che si può usare solo fino alle 11. Infatti, ohayou si può scrivere col kanji 早 che vuol dire anche “presto” in riferimento alla prima parte del giorno.

Ohayou gozaimasu si utilizza con persone con cui hai meno confidenza come insegnanti o colleghi. Invece, usi ohayou con parenti e amici quando li incontri per la prima volta nell’arco della giornata. Non si usa il gozaimasu finale con gli amici perché è solo un indicatore di cortesia.

Konnichiwa (こんにちは)

Dopo le 11 di mattina fino alle 18 puoi passare a konnichiwa, il più famoso dei saluti giapponesi. Lo possiamo tradurre come “buongiorno” o “buonasera”, ma il suo significato letterale è più “Che mi dici di oggi?”.

Lo puoi usare sempre, anche se è un’espressione formale. Magari tra amici non si usa colloquialmente ma non è un errore 🙂

Konbanwa (こんばんは)

Dopo le 18 è il momento di dire konbanwa. La traduzione è simile a “buonasera” ma anche questa espressione ha un significato letterale più complesso. È abbastanza formale, quindi di rado di usa con la famiglia o i colleghi.

 

Come si dice arrivederci in giapponese

Sayōnara (さようなら)

Nonostante la fama di questa parole, in realtà la sentirai molto poco in bocca ai giapponesi perché il suo significato, più che il nostro “arrivederci”, suggerisce la possibilità di non vedersi mai più. Per questo, quando deve andare via, è più comune che una persona giapponese dica

  • bai-bai (バイバイ) – tra amici
  • jaane (じゃあね)  –  tra amici
  • mata ne (またね) –  tra amici
  • de wa (では) – tra conoscenti

Ittekimasu / itterashai (いってきます/いってらしゃい)

Con queste parole ci si saluta uscendo di casa o quando si sa che si starà via per poco tempo. Infatti, ittekimasu significa “Vado e torno” e itterashai significa “A dopo”.

Tadaima / okaerinasai (ただいま/おかえりなさい)

Invece, tadaima e okaerinasai sono una coppia di espressioni che si usa quando si rientra. Tadaima si può tradurre come “Sono tornato”, mentre okaerinasai è “Bentornato”.

Oyasuminasai (おやすみなさい)

Questo è il saluto giapponese per dare la buonanotte.

 

Per finire, ti lascio il link a un video in cui trovi anche la pronuncia di ciao in giapponese e degli altri modi di salutare!

Salutare in giapponese a lavoro

L’ambiente lavorativo è uno dei contesti fondamentali della vita giapponese quindi ci sono saluti specifici per colleghi e superiori da tenere a mente se stai imparando la lingua per motivi di lavoro.

Otsukaresama desu (お疲れ様です、おつかれさまです)

Questo è il saluto fondamentale nell’ambiente di lavoro giapponese. Non ha una vera e propria traduzione perché otsukaresama (お疲れ様) viene dal verbo tsukareru (疲れる) che significa “stancarsi, essere stanchi”. Nella cultura giapponese, riconoscere la stanchezza di un’altra persona può implicare il significato di “sei stanco perché hai lavorato tanto, quindi grazie”.

Otsukaresama si usa ogni volta che incontri un collega o un superiore in ufficio. Non ha limiti di orario e va bene anche per salutare quando vai via.

Osewa (お世話、おせわ)

È l’espressione da usare per salutare un collega o un cliente quando si riceve una telefonata di lavoro.

 

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Curiosità: il gatto che saluta

Il maneki neko (招き猫) è un gatto portafortuna della tradizione giapponese. A noi occidentali può sembrare un gatto che saluta ma in realtà il gatto ti sta chiamando a sé perché in Giappone quello è il gesto corrispondente (e quindi non un saluto).

Ci sono molte leggende che ne raccontano l’origine e molti colori in cui puoi trovarlo, ognuno con un significato diverso. Intanto, zampa destra alzata = denaro e fortuna; zampa sinistra = visite gradite. I gatti dorati portano fortuna alle attività commerciali, quello bianco porta fortuna ai viaggiatori e in generale ha chi lo possiede; quello rosso attira l’amore, quello giallo migliora le condizioni economiche e così via…

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