Imparare e memorizzare nuove informazioni è un processo che può rivelarsi lungo e complicato. Quando abbiamo finalmente memorizzato l’informazione, siamo solo all’inizio del percorso perché il cervello ha l’irritante tendenza a distruggerla e quindi a dimenticare. È tutta scritto nella curva dell’oblio… Ti sarà sicuramente capitato di seguire una lezione e accorgerti di ricordarne poco o nulla. O magari di pensare a un libro o un articolo letto qualche tempo fa e notare che la maggior parte delle informazioni sembrano misteriosamente svanite dal cervello. Per questo è importante capire come funziona il processo di memorizzazione perché quando ti sarà chiaro come si dimentica, saprai anche come evitarlo e apprendere al meglio.

Ultimo aggiornamento il 10.09.2024

curva dell'oblio

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Come funziona la nostra memoria?

Ciò che memorizziamo inizia a disintegrarsi molto rapidamente, già a distanza di poche ore dall’apprendimento. Lo puoi vedere anche nel grafico qui sotto. A poche ore da un corso abbiamo già dimenticato il 50% del suo contenuto; dopo due giorni le informazioni sono sparite quasi del tutto… Questo fenomeno è noto come curva dell’oblio ed è studiato da tempo ma mi sorprende ogni volta constatare che pochissime persone lo conoscono. Invece è importante tenerlo in considerazione, perché può farti risparmiare ore e ore di lavoro e studio.

Perché dimentichiamo così velocemente? È una decisione volontaria del nostro cervello che, per non sovraccaricarsi, preferisce lasciar andare alcune informazioni subito dopo averle apprese. Infatti, immagina cosa accadrebbe se accumulassimo per sempre tutte le nozioni con cui entriamo in contatto durante la vita: ce ne vorrebbe di posto, per immagazzinarle – e il nostro cervello non ha una capacità infinita.

curva dell'oblio

 

Cos’è la curva dell’oblio?

Queste cose le sappiamo grazie agli studi sulla curva dell’oblio di Hermann Ebbinghaus, fatti intorno al 1885. Lo studioso voleva capire a che ritmo il nostro cervello dimentica le informazioni. Organizzò quindi uno studio sulla memorizzazione di sillabe senza significato – “IFD” ad esempio – per poi tracciarne e studiarne i risultati su una curva, in seguito nota appunto come curva dell’oblio, in cui si evidenzia lo schema del declino dell’informazione nella nostra memoria. Cioè, come la nostra memoria dimentica un’informazione dopo qualche ora e poi dopo qualche giorno dal momento in cui l’abbiamo imparata.

 

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La curva dell’oblio di Ebbinghaus, fonte: sidsavara.com

La curva dell’oblio dimostra poi che non basta apprendere un’informazione per dire di sapere quella cosa, quindi di aver immagazzinato l’informazione nella memoria a lungo termine. Ebbinghaus ha scoperto che, affinché un’informazione sia davvero assorbita dal nostro cervello in modo duraturo, devono esserci due condizioni: un apprendimento di qualità (cioè, deve essere imparata in modo chiaro) e la ripetizione.

Non basta apprendere, se poi non si continua il lavoro. Bisogna al contrario rinfrescare spesso la memoria, ripetendo l’informazione: questo è il principio del Sistema della ripetizione a intervalli.

Ho recentemente incontrato una ragazza francese che aveva trascorso in Italia un periodo di 10 mesi 4-5 anni fa: aveva enormi difficoltà ad esprimersi in italiano, nonostante prima lo parlasse fluentemente. La mancanza di pratica le aveva fatto perdere la padronanza di una lingua che prima padroneggiava. La cosa positiva è che si tratta di una perdita temporanea perché mi stava succedendo lo stesso dopo l’Erasmus in Francia, ma con un po’ di sforzo sono riuscito a recuperare e a tenere allenato il mio francese.

 

Sistema di ripetizione a intervalli, per non dimenticare!

Il processo di memorizzazione si regge su 3 pilastri: la codifica, l’immagazzinamento e il ricordo.

La codifica avviene quando si acquisisce un’informazione o una parola del vocabolario di una lingua straniera che vediamo per la prima volta, per calarlo nel nostro ambito specifico. L’informazione ci arriva attraverso uno dei 5 sensi, a volte la vista (una parola letta per la prima volta su un giornale), a volte l’udito (una parola sentita alla tv per la prima volta) o tramite gli altri.

L’immagazzinamento corrisponde al momento in cui mettiamo questa informazione o nuova parola nella nostra memoria. La stocchiamo nel cervello. Gli studi di Hermann Ebbinghaus, e la sua curva dell’oblio, hanno mostrato che uno dei metodi più efficaci per immagazzinare un’informazione è consolidarla, cioè rivedere la parola proprio prima di dimenticarla. Su questo assunto si basa lo Spaced Repetition System o sistema di ripetizione a intervalli.

Per farti capire: questo metodo si basa sul fatto che più il cervello ripeterà una informazione (tipo una parola straniera) e più essa verrà rafforzata nella memoria. Funziona così: immagina di fare un segno sulla sabbia; più lo tracci e più lasci un segno profondo sulla sabbia. Allo stesso modo, più ripassi una parola nel cervello (cioè, più la ripeti), più la immagazzinerai in modo profondo e duraturo nella memoria.

Oltre a questo però, affinché rimanga a lungo nella memoria, l’informazione deve anche essere appresa a un ritmo preciso: proprio prima di dimenticarla.

L’ultimo punto è il ricordo: cioè il momento in cui richiami l’informazione dal cervello per usarla. Se hai memorizzato davvero la parola straniera, la puoi richiamare quando ne hai bisogno, ad esempio per usarla durante una conversazione con un parlante straniero.

Se ti ho parlato così a fondo della curva dell’oblio e del sistema di ripetizione a intervalli è perché queste teorie scientifiche sono il fondamento delle nostre app MosaLingua, così da farti imparare parole e frasi di una nuova lingua straniera in modo efficiente e duraturo. Con le nostre app impari una parola, poi l’algoritmo te la fa ripetere quando necessario finché non l’hai immagazzinata nella memoria a lungo termine.

Per approfondire

Se vuoi approfondire il tema della memoria rispetto all’apprendimento, ci sono un sacco di articoli nel blog. Puoi iniziare da: