Sai che la pronuncia giapponese è senza dubbio l’aspetto più facile quando si tratta di imparare il giapponese? Ti stupisce? Allora questo articolo ti dovrebbe interessare! Ti spiegheremo perché la pronuncia giapponese non è una difficoltà, ma piuttosto, una grande fonte di motivazione. E poiché avere una buona pronuncia è fondamentale per farsi capire, condivideremo alcuni consigli e trucchetti per pronunciare bene il giapponese.

pronuncia giapponese

Cosa troverai in questo articolo?

La pronuncia giapponese è facile?

Prima di tutto, tendiamo a pensare che il giapponese sia una lingua difficile da imparare e da padroneggiare per diverse ragioni. Il giapponese è in effetti una lingua isolata, che con condivide alcunché con la nostra base latina comune e non fa nemmeno parte della grande famiglia delle lingue indo-europee. Allora, essendo così lontana dal punto di vista culturale e linguistico, per quale ragione è facile da pronunciare?

Il giapponese ha meno fonemi dell’italiano

Un fonema è un’unità sonora che si può isolare in una lingua. Mentre in italiano ci sono 30 fonemi, il giapponese, con solo 14 consonanti e 5 vocali, possiede decisamente meno fonemi. Altrimenti detto, non esistono suoni nuovi in giapponese per un italofono. Le cinque vocali di base sono: a, e, i, o, u che, associate alle 14 consonanti, formano un alfabeto sillabico di 46 caratteri, chiamati kana. È importante avere in testa queste cifre prima di presentarti la pronuncia giapponese.

La regolarità dell’alternanza delle consonanti + vocali

Da una parte, è importante comprendere che il giapponese è una lingua sillabica. Ciò vuol dire che una consonante è sempre seguita da una vocale, all’eccezione del carattere finale ん (n) sul quale torneremo più tardi. A causa di questa grande regolarità dell’alternanza consonante + vocale, l’alfabeto giapponese è semplice da pronunciare.

Les Hiragana - Syllabaire japonais

Pronuncia giapponese: il giapponese non ha alcun dittongo

D’altra parte, bisogna sapere che non esistono i dittonghi in giapponese. Un dittongo è un passaggio progressivo, senza interruzioni, da una vocale forte ad una vocale debole (o anche viceversa in italiano). Per esempio nella parola Europa, c’è un passaggio progressivo dalla vocale forte E alla vocale debole U.

Questo non succede mai in giapponese. Due vocali consecutive indicano semplicemente due sillabe separate.

Esempio: あおい – aoi (che significa blu) le cui lettere si pronunciano distintamente una ad una.

Ascolta la pronuncia:

 

Il ritmo in giapponese

D’altronde, l’altro aspetto facile della pronuncia in giapponese risiede nella regolarità del suo ritmo. Ogni sillaba è pronunciata per la stessa durata di tempo e con lo stesso tono. Prendiamo per esempio la parola Africa in giapponese アフリカ (afurica). Questa parola è composta da 4 sillabe che si pronunciano nello stesso lasso di tempo.

Ascolta questo esempio di pronuncia:

 

Una pronuncia dolce

La bellezza di questa lingua risiede nella sua facilità di pronuncia e nella dolcezza della sua intonazione. Tuttavia, non è raro sentire degli studenti di giapponese inserire degli accenti forti quando non è necessario inserirli. È possibile che il cinema giapponese, in particolare i film o i manga sui samurai, abbi contribuito a questo fenomeno di accentuazione. Certo, esistono dei modi di parlare tradizionalmente marcati da uno status specifico. Il samurai o la geisha per fare solo due esempi. Ma, come regola generale, il giapponese è una lingua molto poco accentuata, dolce e piacevole.

Prendiamo l’esempio di こんにちは (konnichiwa) e さようなら (sayōnara). Ti invito ad esercitarti a pronunciarli in modo uniforme, facendo attenzione a non accentuare nessuna sillaba.

Ascolta questo esempio di pronuncia per こんにちは (konnichiwa)

Ascolta questo esempio di pronuncia per さようなら (sayōnara)

 

I suoni che devi conoscere

Certo, il giapponese non è difficile da pronunciare. Esistono tuttavia dei suoni e delle lettere che, malgrado una trascrizione identica, non si pronunciano allo stesso modo. Vediamo quali sono:

Il suono F

La versione giapponese è in qualche modo un po’ diversa dal suono che conosci. Il suono F assomiglia al suono H, che otteniamo espirando l’aria dal fondo della gola in un’emissione rapida. La sola differenza con la H è che bisogna arricciare le labbra come per soffiare. Il suono che ne deriva dovrebbe somigliare a una F leggera, senza frizione. Puoi esercitarti con la pronuncia:

ふね (fune – barca)

ふうせん (fūsen – pallone)

 

Il suono R

Quest’altra consonante p molto lontana dalla R italiana. Il suono si avvicina a quello della L ma più marcato. Per pronunciare la R giapponese, devi prima di tutto sentire dove si posiziona la punta della tua lingua quando pronunci la D di “dente” e il suono L di “lasagne”. La lingua dovrebbe appoggiarsi in due posizioni diverse. Per pronunciare la R giapponese, devi individuare il punto tra queste due posizioni: è lì che deve trovarsi la tua lingua. Puoi esercitarti a pronunciare:

らーめん rāmen (tagliatelle giapponesi di origine cinese)

りょうり ryōri (cucina)

 

Il suono N

La trascrizione del carattere ん in “n” non è propriamente fedele alla grande varietà di suoni che questa lettera produce. Si tratta di un carattere che indica una nasalizzazione nel complesso. Allo stesso modo, è la sola lettera consonante che non si combina con un avocale. Vediamone le diverse pronunce:

    • Alla fine di una parola, la ん si pronuncia [ng] come nella parola ring.

Esempio: nihon (Giappone)

    • Davanti ai suoni [k] e [g], si pronuncia allo stesso modo.

Esempio: ongaku (musica)

    • Davanti ai suoni [s], [z], [d], [n], la ん si pronuncia [n].

Esempio: onsen (bagno termale)

    • Davanti ai suoni [m], [b] o [p], la ん si pronuncia [m].

Esempio: shinbun (giornale)

Le vocali lunghe

Le vocali lunghe in giapponese sono chiamate chōon. Consistono nell’allungamento di un hiragana, ottenuto con l’aggiunta di una vocale.

Puoi allungare il suono vocalico di un carattere aggiungendo sia: あ, い、o う secondo la vocale e le regole seguenti:

  • Se l’hiragana termina con il suono A, sarà prolungato dall’aggiunta di un あ
  • Se l’hiragana termina con il suono I o E, sarà prolungato dall’aggiunta di un い
  • Se l’hiragana termina con il suono O o U, sarà prolungato dall’aggiunta di un う

Vediamo qui sotto qualche coppia di parole per mettere bene in evidenza queste vocali lunghe.

  • A lunga vs A corta

おばあさん obāsan (nonna) vs おばさん obasan (zia)

  • E lunga vs E corta

きれい kirei (grazioso/a, bello/a) vs きれ kire (una fetta, un pezzo)

  • I lunga vs I corta

おじいさん ojīsan (nonno) vs おじさん ojisan (zio)

  • O lunga vs O corta

通り (とおり) tōri vs 鳥 (とり) tori

Attenzione, la maggior parte del tempo il chōon del suono [o] si fa con il carattere う [u]. L’utilizzo del う è d’altronde il modo più comune di formare un chōon. Allenati a leggere le parole seguenti. Attenzione a non pronunciare la u finale ma ad allungare bene la o

たんじょうび (tanjōbi) – compleanno

べんきょう (benkyō) – studi

おはよう (ohayō) – buongiorno

Come puoi notare con gli esempi qui sotto, in rōmaji l’allungamento della vocale si trascrive con un tratto sopra di essa.

Il raddoppiamento delle consonanti con il つ (tsu) piccolo

Contrariamente agli altri kana, il つ piccolo non rappresenta un suono sillabico. Consiste in una doppia consonante che serve a indicare una pausa fino alla consonante seguente. In rōmaji, lo trascriveremo con una doppia consonante.

Vediamo cosa ne deriva:

ゆっくり lentamente (raddoppiamento della K che indica la pausa) yuk – kuri

いっしょに insieme (raddoppiamento della SH che indica la pausa) ish – shoni

すっぱい acido (raddoppiamento della P che indica la pausa) sup – pai

 

Bonus: un video MosaLingua!

Per illustrare e completare questo articolo, ti proponiamo di guardare un breve video sull’argomento. Il video è in inglese, ma i sottotitoli sono disponibili in diverse lingue, tra cui l’italiano.

E se questo video ti piace, non esitare ad iscriverti al nostro canale YouTube MosaLingua! Un concentrato di consigli e trucchi per apprendere le lingue, in formato video.

 

Conclusione

Per concludere, ti direi che i suoni [R], [F] e [N], così come l’allungamento delle vocali e il raddoppiamento delle consonanti sono di primo acchito meno semplici da pronunciare. Il nostro consiglio: esercitarsi con la tecnica dello shadowing. Questa tecnica consiste nell’ascoltare un madrelingua parlare e nel ripetere ogni parola non appena viene pronunciata, come un’ombra o un’eco. È un metodo eccellente per perfezionare la propria pronuncia e intonazione in una lingua con precisione.

Per approfondire

Ecco altri articoli relativi alla lingua giapponese che potrebbero interessarti: