Il cervello è uno strumento fantastico per memorizzare. Funziona come un muscolo: più lo usi, più le sue capacità aumentano. Il problema è che non ricordiamo tutto quello che impariamo, tutto quello che facciamo. Per fortuna esistono dei trucchi per ricordare le cose più importanti, utilissimi anche quando si tratta di imparare una lingua. In base all’attività che facciamo, esercitiamo la nostra memorizzazione attiva o passiva. Ma qual è la differenza tra le due, e qual è la più efficace per l’apprendimento linguistico? Vediamo.
Ultimo aggiornamento 10.09.2024
Cosa troverai in questo articolo?
Memorizzazione attiva e passiva: cioè?
I neuroni giocano un grande ruolo nella memorizzazione attiva e passiva. Sapevi che i neuroni si formano quando il bambino è ancora nel ventre materno? E continuano a formarsi fino a un’età molto avanzata, secondo uno studio fatto dall’università di Madrid nel 2019*.
Man mano che si apprendono informazioni, i neuroni creano dei collegamenti tra di loro. Questi collegamenti ci permettono di ricordare e di riusare più facilmente alcune informazioni. In altre parole, calate nel nostro ambito di riferimento delle lingue, più fai pratica con il vocabolario e il suo contesto (ad esempio, parlando con un nativo, giocando con le parole, guardando un film, ascoltando una registrazione), più crei collegamenti e più te ne ricordi facilmente. Al contrario, meno usi il vocabolario appreso, più rapidamente lo dimentichi.
Memorizzazione passiva
Immagina di leggere un articolo sulla migrazione delle balene. Il giorno dopo ricorderai molto probabilmente di cosa parla. Ma dopo due settimane, se ti chiedessero i dati o le idee principali, ci sono grosse possibilità che ne avrai dimenticato buona parte.
La memorizzazione passiva riguarda l’apprendimento tramite lettura o ascolto. Acquisisci delle informazioni senza usarle di nuovo. In generale, è quello che ricordi nel breve termine. Quando impari del vocabolario ascoltando un podcast ad esempio, senza riascoltarlo, te ne ricorderai quel giorno e l’indomani. Ma rapidamente sparirà dalla tua memoria perché il tuo cervello rifiuta quello che gli sembra obsoleto e inutile.
Memorizzazione attiva
La memorizzazione attiva invece implica un’azione, come dice il nome. Esercitare la memoria attiva significa lavorare attivamente su quello che si vuole imparare, cercare di rispondere a una domanda ricordando la risposta. C’è dietro un lavoro di ricerca, a volte anche inconscia. Ad esempio, usi la tua memoria attiva quando ti eserciti davanti uno specchio con l’auto-conversazione o con un corrispondente. Riutilizzi quello che hai imparato. Stai rispondendo a queste domande: cosa ho imparato? Cosa significa? Quando posso usare questa parola, questa coniugazione, questa frase?
Qual è la differenza tra memorizzazione attiva e passiva?
Guardiamo ora la piramide nota come “cono di apprendimento” di Edgar Dale, molto utilizzata quando parliamo di apprendimento.
I ricordi che costruisci sono spesso inscritti nel tuo cervello grazie alla memoria attiva, come ogni automatismo che crei. Però è necessario lavorarci ed esercitarsi con regolarità per ricordarli.
Leggere più volte di seguito, sottolineare o ascoltare sono metodi che funzionano piuttosto bene sul breve periodo. Tuttavia, questi metodi danno cattivi risultati sul lungo periodo. Peter C. Brown, autore di Make It Stick!, un testo sulle strategie di apprendimento, sostiene che perdiamo il 70% di quello che ascoltiamo o leggiamo molto velocemente. Vari studi* fatti negli Stati Uniti negli anni 2010 hanno dimostrato che la memorizzazione attiva (tramite domande/risposte) è più efficace.
Perché la memorizzazione attiva è più efficace?
In particolare, nel 2011 è stato realizzato uno studio sulla memorizzazione in cui i ricercatori hanno diviso degli studenti in 4 gruppi:
- Il primo gruppo doveva leggere un testo una volta
- Il secondo doveva leggere il testo quattro volte di seguito
- Il terzo doveva leggerlo una volta e poi fare una mappa mentale
- Il quarto doveva leggerlo una volta e memorizzarne il più possibile
I risultati di questo studio mostrano non solo che il quarto gruppo ricordava meglio le idee principali del testo, ma anche i fatti secondari. Ovvero che farsi delle domande per ricordare informazioni e dati (autovalutarsi, in un certo senso), è più efficace rispetto a leggere più volte.
Ovviamente esercitarsi in questo modo richiede un impegno maggiore ma ti fa ricordare di più. Rivedere le nozioni permette di ancorare l’informazione nella memoria, il che aumenta moltissimo la tua capacità di ricordarla. Inoltre, se non sei capace di rispondere a una domande, sai che è il momento di rivedere o riapprendere quella cosa in particolare.
Impara con le flashcard
C’è un buon metodo per imparare nel lungo periodo: le flashcard. Sono carte che mostrano una domanda da un lato e la risposta dall’altro. Non avere risposta e domanda insieme ti obbliga a riflettere e ad andare a cercare l’informazione nella tua memoria. In questo modo impari molto più efficacemente rispetto a quando usi la memoria passiva, anche con le informazioni più difficili.
Le nostre app MosaLingua usano il sistema delle flashcard. Dopo aver visto se la risposta è giusta o no, l’app ti propone di autovalutarti, indicando quanto conosci quella parola. Puoi scegliere tra “Perfetto” se la sai benissimo, “Bene”, “Medio” o “Da rivedere” se non la ricordi o non la sai proprio. In base alla tua risposta, l’app ti farà rivedere la carta presto o dopo un po’.
Rivedi con il Sistema di ripetizione a intervalli (SRS)
La memorizzazione attiva è fortemente sollecitata con il sistema di ripetizione a intervalli (Spaced Repetition System) che ti permette di rivedere con efficacia le informazioni apprese e di ancorare il vocabolario nella tua memoria a lungo termine. Le app che usano questo sistema, come quelle MosaLingua, programmano un planning di revisioni secondo le tue conoscenze attuali nel momento in cui revisioni le carte. Il vantaggio di questo sistema sta nel fatto che è facile da imparare e non richiede sforzi particolari, se non di essere regolari.
Quando impari, non esitare allora a giocare con le parole e ad usarle in contesti diversi. Varia le tua attività e soprattutto divertiti! Perché se la memorizzazione attiva è più efficace, quella passiva è il giusto complemento.
Per approfondire
Altri articoli sul tema che puoi leggere nel blog:
*Fonti: studio fatto nel 2019 / studio fatto nel 2011 / studio fatto nel 2010 / studio fatto nel 2013 /
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