Oggi, parliamo di bilinguismo e multilinguismo. Come fare per trasmettere le nostre lingue ai nostri bambini? Essere bilingue, o addirittura multilingue fin dalla tenera età, è possibile? Abbiamo deciso di condividere l’esperienza di Samuel W., membro del team Mosalingua e padre di due bambini. Per Samuel W. che parla il francese, l’inglese, lo spagnolo, l’italiano e il rumeno, ci siamo chiesti: ha voluto trasmettere le lingue che conosce ai suoi bambini? Se sì, come lo ha fatto? La risposta dettagliata in questo articolo.
Cosa troverai in questo articolo?
Bilinguismo, multilinguismo: quali sono i vantaggi?
Non lo ripeteremo mai abbastanza: la diversità linguistica apporta una ricchezza incommensurabile alla nostra vita. Umanamente, crea un’apertura verso gli altri e ci spinge ad essere più tolleranti e curiosi. Intellettualmente, aumenta le nostre capacità cognitive. Professionalmente, apre delle prospettive e delle opportunità senza pari.
Ormai lo sai, il nostro team è composto da poliglotti appassionati di lingue, del loro apprendimento e della loro trasmissione. Oggi, abbiamo voluto scoprire qualcosa in più su Samuel W., membro del team MosaLingua e padre di due bambini.
E se l’argomento del bilinguismo e del multilinguismo nei bambini ti interessa, ti consigliamo le opere del ricercatore svizzero François Grosjean, che potranno arricchire le tue riflessioni sull’argomento.
Samuel, puoi presentarti e dirci da dove viene il tuo interesse per le lingue?
Sono cresciuto in Francia, in una famiglia inglese, quindi sono stato cresciuto con queste due lingue. Mio papà ci diceva sempre che fuori di casa era la Francia, ma all’interno era l’Inghilterra. Altrimenti detto, l’imperativo era parlare inglese a casa. Questo puà sembrare un po’ severo, ma questa regola è stata assolutamente benefica perché i miei fratelli e sorelle, ed io, imparassimo l’inglese.
Quando ho lasciato la Francia a 14 anni per andare in Inghilterra, vi ho lasciato la maggior parte del mio francese, soprattutto lo scritto. Poi, dopo che mia sorella maggiore ha sposato uno spagnolo, mia madre ha colto l’occasione per migrare verso il sole e portarci con sé. Avevo 19 anni all’epoca. Ho appreso lo spagnolo così, con l’immersione completa nella penisola iberica. In seguito, ho deciso di imparare un po’ di cinese.
Tre anni più tardi, sono tornato a vivere in Inghilterra, dove ho incontrato quella che oggi è mia moglie, che è rumena. Sono sicuro che tu sappia dove voglio arrivare! Sono ormai 12 anni che viviamo in Romania e abbiamo due figli, di 7 e 9 anni.
Immagino che il bilinguismo per l’educazione dei tuoi bambini venisse da sé?
Essendo io stesso cresciuto in una famiglia bilingue, era naturale che insegnassi loro almeno una, o addirittura più lingue. Inoltre, volevo che fossero capaci di parlare a tutti i membri della loro famiglia, in generale.
Sono numerosi i rumeni che vanno a vivere all’estero e che non insegnano la loro lingua ai propri bambini. Ed è un peccato secondo me, perché il risultato è che i nonni non possono comunicare con i loro nipotini, che vedono una volta all’anno, se non meno.
Quali sono state le vostre strategie per introdurre più lingue allo stesso tempo?
Poiché mia moglie parla inglese, abbiamo deciso che lei avrebbe parlato loro in inglese e io in francese, mentre avrebbero imparato il rumeno con la famiglia e con i loro amici. Il rumeno sarebbe diventato anche la loro lingua di apprendimento a scuola, anche se alla fine abbiamo optato per fare home schooling, la scuola a casa.
Da parte mia, mi sentivo totalmente coerente e fiducioso in questa scelta. Ero cresciuto anch’io in un contesto linguistico simile. Con una piccola differenza nel caso dei miei figli: quella di avere una lingua in più. Mia moglie invece qualche volta esprimeva dei dubbi al riguardo. Probabilmente alimentati dall’entourage, tra coloro che hanno espresso la loro preoccupazione, alcuni erano medici. Secondo loro, la nostra scelta non era quella giusta.
Quali sono state le prime manifestazioni di multilinguismo nei vostri bambini?
Nel tempo, quando il nostro primo figlio ha cominciato a parlare, mia moglie si è resa conto che non c’era motivo di preoccuparsi. Era sorpresa di vedere che il bimbo potesse differenziare le lingue, e anche tradurre!
In seguito, si è verificato un episodio fondamentale quando il nostro figlio più piccolo aveva circa 18 mesi. Aveva fame e ha iniziato a chiedere qualcosa da mangiare. Pensando di rivolgersi a me, ha pronunciato “manger” in francese, poi si è reso conto che non ero io, ma sua mamma. Allora, si è corretto e ha detto “eat”. Questo avvenimento ci ha rassicurato e provato che avevamo fatto la scelta giusta.
Hai utilizzato dei metodi specifici per attuare questa scelta?
I miei bambini sapevano già che parlavo spagnolo, grazie alle numerose vacanze che abbiamo trascorso in Spagna. Inoltre, mi avevano sentito parlare in spagnolo al telefono con amici e parenti.
Mi hanno chiesto di insegnare loro lo spagnolo. A dire il vero, non sapevo se ne ero capace, perché non conoscevo ancora il metodo ML@H (Minority Language at Home) e il metodo OPOL (One Parent-One Language), come menzionato in questo articolo.
Conoscevi questi metodi che favoriscono il bilinguismo e il multilinguismo?
In realtà, senza nemmeno sapere che questi metodi avevano dei nomi, li avevo attuati e li applicavo quotidianamente con la mia famiglia. E in risposta alla curiosità dei miei ragazzi verso lo spagnolo, ho deciso di farli familiarizzare con la lingua attraverso il gioco. Era quando giocavamo spesso a UNO. Alla fine, è stato facile introdurre i colori e i numeri in spagnolo giocando. Risultato: i bambini lo hanno adorato!
A tal punto che chiedevano sempre di più. Avevo fissato una piccola regola. Nel momento in cui aprivamo la scatola, parlavamo spagnolo. E tornavamo al francese quando la scatola era chiusa. Se hai letto l’articolo linkato qui sopra, vedrai che è il procedimento designato dal metodo Time and Place (tempo e luogo).
In breve tempo, abbiamo applicato questo metodo per giocare a qualsiasi gioco. Poi per fare la spesa. Alla fine, ci mettevamo a parlare spagnolo ogni volta che mettevamo i piedi fuori dalla porta di casa!
Arrivati a un certo punto, ho avuto paura che fosse troppo e che si mettessero a mescolare le lingue. Poiché anche con la regola severa di mio padre, da bambino, mi capitava di fare errori del tipo: “He’s embetting me” (dal verbo francese “embêter”). Molto tempo dopo, ho saputo che non era corretto in inglese.
Ho quindi deciso di limitare lo spagnolo al sabato. Ma loro volevano parlarlo più spesso. Abbiamo quindi diviso la settimana in due. Da lunedì al mercoledì parlavamo in spagnolo e gli altri quattro giorni in francese.
Ho l’impressione che tu abbia trasmesso loro la tua passione per l’apprendimento di nuove lingue?
Assolutamente! Questo ritmo è andato bene per un po’. Finché si sono resi conto che stavo imparando l’italiano con MosaLingua. Per farla breve, oggi, i lunedì e i martedì sono dedicati allo spagnolo, i mercoledì e giovedì all’italiano e il resto al francese.
Ad un certo punto, abbiamo notato che i nostri bambini non volevano parlarci in rumeno in pubblico. Abbiamo quindi deciso di adottare la routine di parlare il rumeno durante il bagno. Questo approccio rientra nella politica delle lingue miste (MLP). La nostra famiglia ha quindi applicato i quattro metodi linguistici ancora prima di sapere che ciascuno di essi avesse un nome specifico!
Così tante lingue nella stessa famiglia, è impressionante!
Se vieni a farci visita durante una settimana, sentirai parlare 5 lingue.
Hanno cominciato ora ad apprendere il tedesco con MosaLingua, ciò prova che amano le lingue.
Mi hanno anche chiesto di insegnare loro il cinese. Sfortunatamente non lo posso fare a causa del mio livello e della mancanza di giorni nella settimana!
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