Le onomatopee sono parole piuttosto divertenti in tutte le lingue, non credi? Le onomatopee in giapponese sono più di 4.000 ma non ti devi preoccupare, non creeranno alcun problema alla tua pronuncia. Se sta imparando la lingua giapponese sappi che vengono utilizzate quotidianamente. Diamo un’occhiata a questo fenomeno linguistico.
Cosa troverai in questo articolo?
Cos’è un’onomatopea?
Il termine onomatopea deriva originariamente dal greco onomatopoiia, che letteralmente significa “parola creata per imitare suoni prodotti da esseri animati o oggetti”.
In italiano, l’onomatopea imita spesso suoni di animali, rumori naturali o azioni specifiche. Per esempio, “miao” per il miagolio di un gatto, “qua qua” per l’anatra che starnazza, “tic-tac” per il suono di un orologio o “bang” per il suono di un’esplosione.
In giapponese, l’onomatopea (オノマトペ) può imitare un suono ma ha anche altre funzioni. Ad esempio, esprimere un’emozione, uno stato o un’azione. È qui che risiede l’unicità delle onomatopee in giapponese. Per comprenderne meglio l’importanza, diamo un’occhiata più da vicino a ciò che la lingua italiana ha da offrire in fatto di onomatopee.
Onomatopea | Significato/Contesto d'Uso |
---|---|
Tic toc | Il tempo che scorre sull'orologio |
Ding dong | Chi è? Hanno suonato alla porta! |
Miao | Il verso del gatto |
Bau bau | Il verso del cane |
Splash | Qualcosa è caduto in acqua |
Bang | Uno sparo! Chi sarà stato? |
Boom | Il suono di un'esplosione |
Gulp | Suono che si fa deglutendo |
Vroom | Lo fa la macchina o il motorino |
Tic tic | La pioggia che cade |
Crack | Ops! Si è rotto qualcosa |
Ciuf ciuf | Lo fa il treno |
Ronf ronf | Si usa per indicare quando qualcuno sta russando |
Ssshh | Fai silenzio! |
3 tipi di onomatopee in giapponese
Come già accennato, l’uso delle onomatopee in Giappone va ben oltre la riproduzione di suoni chiamati giongo, 擬音語. Infatti, alcuni di essi si riferiscono a uno stato fisico o emotivo (gitaigo, 擬態語).
- 擬音語 (giongo): si avvicina maggiormente alla definizione della nostra onomatopea italiana. Si tratta di imitare i suoni con la lingua. Questo gruppo comprende i suoni emessi dagli esseri viventi: 擬声語 (giseigo), quindi ne fanno parte anche i versi degli animali. Questi suoni sono stati incorporati nella lingua giapponese fin dall’antichità, risalendo a tempi preletterari, quando le popolazioni usavano suoni onomatopeici per comunicare eventi o azioni quotidiane.
È divertente confrontare i versi degli animali in ogni lingua e vedere come ognuno li senta in modo diverso.
Gatto | Miao | Nya nya (ニャニャ) |
Cane | Bau bau | wan wan (ワンワン) |
Gallo | Chicchirichì | kokekokko (コケコッコ) |
Gallina | Cocodè | kokkokko (コッコッコ) |
Uccellino | Cip cip | pīpī (ピーピー) |
- 擬態語 (gitaigo): questo gruppo comprende le onomatopee che non rappresentano suoni in quanto tali, ma uno stato fisico o emotivo o il modo in cui viene eseguita un’azione. Queste espressioni sono emerse attraverso l’osservazione e la descrizione delle sensazioni, emozioni e movimenti. Riflettono la capacità della lingua giapponese di catturare le sfumature della percezione umana.
Nikkori | Sorridere |
Yukkuri | Lentamente |
Guru Guru | girarsi, movimento di rotazione |
Bisshori | Bagnato fradicio, sudato |
Fuwa fuwa | Evoca una consistenza leggera e soffice, come una nuvola o una pasta leggera. |
Muka muka | Sensazione di nausea, mal di stomaco |
biku biku | Avere paura, essere terrorizzato |
Kuta kuta | Essere stanco, esausto |
Come distinguere tra giongo e gitaigo? Ecco un suggerimento che ti aiuterà a orientarti. I giongo sono generalmente trascritti in katakana, mentre i gitaigo sono generalmente scritti in hiragana. Ma non c’è una regola precisa al riguardo.
Perché ci sono così tante onomatopee in giapponese?
La lingua non è solo un modo di esprimere la realtà. È anche un’interpretazione. Una lingua interpreta la realtà da un certo punto di vista. L’esistenza delle onomatopee in giapponese e il loro uso nel linguaggio quotidiano riflettono l’elevata sensibilità dei giapponesi alle sensazioni fisiche. Ed è notevole che i giapponesi tendano a trascriverle direttamente attraverso il suono piuttosto che attraverso il concetto. Il geografo e orientalista Augustin Berque ha detto questo sull’argomento:
«Per esempio, parliamo del sussurro, il sussurro della brezza nel ramoscello, mentre i giapponesi dicono di sentire saya saya, kasa kasa, ecc.».
In altre parole, mentre le lingue romanze hanno una forte tendenza a concettualizzare, a trasformare la realtà in un oggetto di pensiero, il giapponese valorizza la percezione immediata, che trascrive in suoni. La lingua giapponese è caratterizzata da una grande soggettività del sentimento.
Le prime tracce di onomatopee giapponesi si trovano nei testi classici come il Manyoshu (万葉集), una raccolta di poesie risalente all’VIII secolo. Con l’evoluzione della lingua giapponese scritta, soprattutto durante il periodo Edo (1603-1868), le onomatopee si sono standardizzate e sono diventate parte integrante della narrativa e della poesia. In tempi moderni, le onomatopee sono particolarmente diffuse nei manga e negli anime, dove vengono usate per rappresentare suoni, emozioni e azioni in modo vivido e immediato. Questo ha contribuito a mantenerle vive e a diffonderle anche fuori dal Giappone.
Onomatopee giapponesi nei manga
Per gli appassionati di manga che leggono direttamente in giapponese, molti avranno notato l’onnipresenza e la grande varietà di onomatopee nei manga. Sembra addirittura che i manga siano il luogo della creatività e dell’esuberanza in questo campo.
Le onomatopee nei manga presentano una serie di caratteristiche distintive rispetto alle onomatopee utilizzate nel linguaggio quotidiano. In primo luogo, nei manga le onomatopee appaiono da sole, senza verbi. I disegni ne supportano il significato.
Esiste anche un numero straordinario di varianti originali e persino di neologismi. Alcune di queste varianti possono essere attribuite alla ricerca di una trascrizione ancora più marcata dei fenomeni. In particolare, aumentando la ripetizione oltre il consueto raddoppio. Ad esempio, doki doki doki doki doki per far sentire al lettore la durata dell’emozione che provoca le palpitazioni.
Il fenomeno delle onomatopee giapponesi è così importante e getta così tanta luce sulla lingua e sulla cultura giapponese che non potevamo lasciarcelo scappare. Qual è la tua onomatopea giapponese preferita?
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