quando-la-scuola-e-il-web-usare-internet-per-imparare-le-lingue-straniere-mosalinguaRoberta Martucci Schiavi è una giovane giornalista italiana che ha trascorso gli ultimi 6 anni della sua vita tra Glasgow, Leeds e Berlino. Dopo aver imparato l’inglese ed il portoghese, Roberta da poco è alle prese con la lingua tedesca. Forte delle sue esperienze internazionali in materia di apprendimento linguistico, Roberta ha preparato un interessante articolo per i lettori del nostro blog in cui analizza un tema a me molto caro: l’utilizzo di internet per imparare le lingue straniere. La sua riflessione è molto interessante perché ci fa capire come il web stia da un lato cambiando il nostro modo di rapportarci alle altre lingue e culture, dall’altro offrendo un inedito e potente strumento per migliorare.

La lingua del web ed il web delle lingue

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Credit Creative Commons: “flagged” di zappowbang
Nel mondo digitale dell’era 2.0 tutto (o quasi) è condiviso. L’utente si affaccia su una agora virtuale dove non è mai solo. E quello che fa (navigare, ascoltare musica, guardare video, chattare) non lo fa mai da solo. Il concetto che sta alla base dell’era digitale in cui viviamo è: condividere. E in questo mondo non reale ma comunque vero si vive come in quel villaggio globale di cui alcuni di noi appassionati di media hanno sentito parlare: una comunità, una community per dirla con termini moderni.
Ma che lingua si parla in questo villaggio? Teoricamente la stessa lingua, quella del web, quella fatta di algoritmi e neologismi nati con il nascere di nuove piattaforme online (specialmente i social network), fatte di quelle parole che usiamo quotidianamente Praticamente, ci sono tutte le lingue del mondo ad interconnettersi nella rete. Ognuno la sua, una babilonia e non più un villaggio, quindi.
Le lingue straniere e la tecnologia, però, si incontrano in un punto invisibile, dove l’una viene in soccorso dell’altra, come in un magico scambio che ha come risultato un vantaggio dell’utente.
Cosa fa esattamente il web per permettere la comprensione di una lingua? Cosa fa la tecnologia digitale per favorire l’apprendimento di una lingua? Come si presta la rete all’utente che ha come finalità, scopo, il venire a contatto con una nuova lingua?

Contatti reali e virtuali con persone e gruppi


Mi sono trovata in quella situazione, nella situazione di essere straniera nel posto dove avevo deciso di vivere, di fronte ad una lingua straniera che non conoscevo. Mi è capitato due volte. E gli strumenti di cui mi sono avvalsa per apprendere le lingue in questione (inglese e portoghese) sono stati alternativi alla scuola, al corso di lingua. L’idea era quella di usare come primario strumento il contatto costante con la lingua (tra la gente) e come secondario l’infinito mondo online, con tutte le sue risorse. Quali sono state queste risorse, lo vediamo insieme.
Prima di tutto la possibilità di cercare le persone, di trovarle e di formare dei gruppi. O di contattare gruppi già esistenti. Quindi frequentare persone, contattate attraverso social network e instaurare con loro una collaborazione di natura tutta linguistica. E qui piazze virtuali come Facebook o Twitter mi hanno permesso di contattare chi come me voleva imparare e di creare dei veri e propri gruppi di lavoro, in cui lo studio della lingua veniva messo in atto come un progetto comune, dove non esiste il bagaglio di uno, ma lo conoscenza come valore condiviso, dove le alcune personali non esistono. Tutto diventa approccio sociale, anche quello che si sa già, viene rivisto a beneficio degli altri e si impara tutti allo stesso livello. I gruppi contattati sono stati anche quelli di chi la lingua la conosceva già, e poteva offrire le nozioni necessarie per un apprendimento sul campo, empirico, basato sulla conversazione più che altro.

Internet tra do ut des e swap lingustici


A questo sono serviti siti web o gli stessi motori di ricerca, che mi hanno aiutato ad entrare in contatto con chi come me voleva apprendere o chi era disposto ad insegnare. Perchè sul web trovi chi è disposto ad offrire una conversazione unilaterale (esempio: soggetto A madrelingua inglese conversa con soggetto B, “l’acquirente della lingua”), oppure conversazoni bilaterali (soggetto A madrelingua inglese conversa con soggetto B, e soggetto B conversa nella sua madrelingua con soggetto A). L’ultima è una conversazione che somiglia ad un do ut des o per dirla all’inglese swap linguistico. I soggetti coinvolti si prestano ad uno scambio: i due idiomi si intrecciano e la comprensione, così la acquisizione, nasce da un vero e proprio parallelo tra i due, un confronto.

La propria lingua come moneta di scambio per impararne di nuove


Ci sono molti siti web dove gli annunci per swap linguistici sono postati alla stregua dei più comuni annunci per trovare lavoro o un mobiletto per le scarpe (gumtree.co.uk è uno di questi). Le persone offrono un bene non materiale e che solo nel mondo moderno è diventato un bene: la propria lingua. I confini si sono dilatati, anche e soprattutto grazie al web e alla smisurata massa di utenti da tutto il mondo che in esso si affaccia ogni giorno, a sostegno di una sempre crescente piscina linguistica dove nuotano pesci di varia cultura. E si viaggia di più, ci si sposta più facilmente, e non solo: si emigra. Agli inizi del ‘900 emigravano gli italiani in America e quegli italiani hanno creato delle nicchie linguistiche dove il loro inglese non è puro e il loro italiano dimenticato, lasciando il posto ad un mix di dialetto e lingua inglese. Oggi si emigra e si entra nella cultura del paese straniero, e della lingua, vuoi anche perchè il livello culturale stesso dell’emigrante è cresciuto e vuoi anche perchè si parte più “abituati” di prima al concetto stesso di lingua straniera: perchè? Il web. Il web dove non serve tradurre tutto quello che si legge, dove l’inglese la fa da padrone, dove l’utente perde parte della sua identità culturale a favore di una identità sociale.

La rete come allenatore linguistico


Il web e il suo ruolo prima e dopo: da una parte invoglia l’utente ad apprendere le lingue (a viaggiare, a conoscere, a capire) e dall’altra si presenta come strumento per aiutare l’utente a farlo.
Vediamo il caso dei social network creati in rete appositamente per l’acquisizione della lingua: Livemocha, Mango, WebLang, KanTalk. Tutte comunità sociali per l’apprendimento e il perfezionamento di una lingua straniera (ndr: leggi il nostro articolo I migliori siti di scambio linguistico per praticare gratis le lingue su internet). Si chatta, si condivide, si traduce e ci si corregge a vicenda. Si videochatta, si chatta senza video e ci si apre la strada per conoscenze che possono anche diventare “reali” e non solo virtuali.
E ancora: usare i social network come Facebook, Twitter o Google Plus attivamente in un’altra lingua. Cioè scrivere, postare, chattare, in quella lingua che è quella che vogliamo acquisire (ovviamente per fare questo si deve essere ad uno stadio almeno iniziale della conoscenza di quella lingua).
Più che apprendere è come allenarsi, come andare in palestra anche se non ci si era mai messo piede prima ed iniziare dall’allenamento direttamente, piuttosto che dal corso base. Si può fare. Anche se all’inizio è davvero molto faticoso. E se non ci fosse il web, che dilata anche i tempi e che non ci costringe ad allenarci se non quando siamo pronti per farlo, che ci offre al possibilità di un allenamento anche passivo, questo non sarebbe possibile, forse.

Roberta Martucci Schiavi, web writer freelance per twago.